Cefalù, tra i borghi più belli d’Italia
Una delle mete vacanziere e balneari più attive di tutta l’isola. Situata sulla costa settentrionale della Sicilia, a circa 70 km da Palermo.
“Kephaloidion e Coephaledium” per greci e romani, inteso come “di testa o anche di punta, di estremità”.
“Gafludi” invece per gli arabi, città fortificata e dalle acque abbondanti.
La città è sovrastata da una rocca monumentale che sale fino a 270 metri d’altezza, già nota ai Fenici come promontorio di Ercole, su cui svetta il Tempio di Diana, un edificio megalitico legato al culto dell’acqua, come indica la vicina cisterna del IX secolo a.C.
Il quartiere storico è sdraiato proprio all’ombra di questo bastione e si stringe attorno al cuore pulsante che è senza dubbio il Duomo, una gigantesca cattedrale voluta da Ruggero II il normanno.
Secondo una leggenda, il Duomo sarebbe sorto in questa città e non a Palermo, capitale del regno, in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della città.
Più probabili sono le motivazioni di natura politico-militare, date le connotazioni del territorio e le innegabili peculiarità di fortezza naturale e le proporzioni fuori scala della Basilica, il tutto amplificato dall’antica cinta muraria megalitica di cui restano testimonianze lungo la scogliera della Giudecca e presso l´antica Porta Terra, oggi Piazza Garibaldi.
Come ci ricorda il sito infocefalu.com molte sono le bellezze da ammirare anche nella Cefalù medievale.
Il Palazzo Maria in Piazza Duomo e l´Osterio Magno, di proprietà dei conti Ventimiglia, conserva due belle finestre bifore duecentesche e una trifora trecentesca.
Interamente scavato nella roccia e attivo fino a non molto tempo fa, troviamo il lavatoio medievale, raggiungibile attraverso una suggestiva scalinata in pietra lavica detta “a lumachella”.
Uno spazio semicoperto, occupato da una serie di antiche vasche, dove l’acqua del fiume Cefalino sgorga dalle ventidue bocche di ghisa, di cui alcune a forma di testa leonina.
In questo ambiente, ricco di storia e cultura, da subito ci sentiamo proiettati nel passato, tra i canti e le grida delle lavandaie siciliane affaccendate nel loro rituale quotidiano.
La zona coperta è sormontata da un grande arco ad ogiva di una forte influenza araba e, sul lato destro dell’ingresso, notiamo una singolare scritta che ci riporta ad un’antica leggenda: “Qui scorre Cefalino, più salubre di qualunque altro fiume, più puro dell’argento, più freddo della neve”.
La leggenda narra che il fiume Cefalino fu generato dalle lacrime di una ninfa pentita per aver punito con la morte il tradimento del suo amato.
Una visita da non perdere assolutamente, in un luogo che ci offre un magnifico spezzone di vita medievale siciliana.