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Smart home: l’AI semplifica realmente la vita quotidiana? Considerazioni e valutazioni

La tecnologia ci circonda ormai a 360 gradi e continua ad avanzare senza fermarsi un attimo. Ad esempio, le cosiddette smart home, che in passato avevamo potuto ammirare soltanto nei film di fantascienza, adesso sono una realtà.

La richiesta di case smart e fortemente automatizzate è in costante crescita, ed aziende come Beta Automation si occupano (con successo) di rendere “intelligenti” le nostre case.

Samsung, colosso che non ha bisogno di presentazione, ha rilasciato i dati di una sua recente indagine. Degli 11.000 consumatori europei intervistati, più della metà aspira a usare l’AI per migliorare la propria vita quotidiana.

A questo punto, vale la pena porsi questa domanda: le case intelligenti stanno concretamente semplificando la vita di chi vive in un tale ambiente tecnologico?

Il sogno di una vita più semplice

La promessa della smart home è affascinante: elettrodomestici che collaborano in armonia, intrattenimento migliorato e funzioni AI che si occupano delle faccende domestiche. Nonostante questi indubbi vantaggi, solamente il 15% degli intervistati si dice completamente sicuro di sapere come sfruttare realmente l’intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.

È chiaro che in tanti desiderano una vita più agevole, ma manca la fiducia necessaria per affidare il tutto ai circuiti elettronici che vivono con i residenti in casa.

Dando uno sguardo alla diversità geografica, polacchi e italiani si sentono un po’ più a loro agio con l’AI, mentre i britannici e gli altri europei mostrano di meno questa propensione.

Se, da un lato, metà degli intervistati sogna una tecnologia che renda la vita più semplice, dall’altra in molti non si sentono pronti a fare questo grande passo. Insomma, nonostante le smart home promettono dispositivi connessi tra loro, convincere tutti della loro utilità è ancora complicato.

Ogni smart home dovrebbe soddisfare tutti

Ma cosa vogliono davvero da una smart home?

I consumatori esprimono delle esigenze piuttosto specifiche: elettrodomestici e servizi dotati di AI per sbrigare le faccende, soluzioni per la pulizia e la gestione delle utenze domestiche. Inoltre, c’è un forte interesse per le ricette personalizzate e l’ottimizzazione dei consumi energetici.

Ognuno, insomma, desidera una casa che sappia anticipare le necessità personali e, magari, anche preparare la colazione oppure accendere la stufa a gas.

Il miraggio, poi, di avere più tempo da dedicare alle proprie passioni è forse la carta vincente dell’AI. Infatti, il 66% vorrebbe più ore libere per hobby e relax, con il 37% che crede fermamente nel potere dell’AI per raggiungere questo scopo. I sogni di un intrattenimento su misura e di traduzioni in tempo reale appaiono lontani, ma non impossibili.

Se da un lato c’è entusiasmo, dall’altro emerge il dubbio: fidarsi o meno dell’intelligenza artificiale? Ad esempio, soltanto il 17% è convinto ad adottare l’AI per il monitoraggio sanitario. Etica e sicurezza sono i pilastri su cui si gioca insomma la partita dell’accettazione collettiva. La tutela per i dati personali e la protezione dalle minacce incutono timore, un’ansia che frena l’impiego diffuso di queste tecnologie.

Un futuro etico e accessibile

Ciò che è chiaro è che le considerazioni etiche stanno diventando sempre più centrali nello sviluppo delle smart home.

Gli esperti suggeriscono che le aziende del settore debbano ascoltare attentamente i consumatori, prestando attenzione a sicurezza, inclusività e vantaggi pratici. L’obiettivo è costruire ambienti più smart e sostenibili, dove l’AI non sia un semplice ornamento high-tech, ma un vero alleato nella vita quotidiana.

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