Pignoramento dello stipendio: in cosa consiste e come funziona
Il pignoramento dello stipendio è uno strumento che il creditore ha a disposizione per soddisfare il proprio diritto di credito nei confronti del debitore insolvente. Questo istituto segue le regole fissate all’articolo 545 del codice di procedura civile che integra la disciplina generale del pignoramento di cui agli articoli 491 e seguenti dello stesso codice. Le somme dovute al lavoratore a titolo di stipendio possono dunque essere pignorate entro certi limiti. Ecco come funziona e come si può attuare questo tipo di pignoramento.
Il pignoramento dello stipendio: iter e limiti
Il pignoramento è uno strumento davvero specifico e sottoposto a limiti precisi fissati dal legislatore per non gravare sulla sostenibilità della vita del debitore che deve comunque poter condurre una vita dignitosa. Questo composta che c’è un limite oltre il quale il pignoramento non è più consentito. Va però precisato che non esistono stipendi non pignorabili: anche in caso di stipendio molto basso si terrà conto della quota minima garantita al debitore per le sue esigente, il c.d. “minimo vitale” e lo stipendio sarà poi pignorato per tutta la parte restante.
Lo stipendio può essere pignorato in due momenti distinti e non concomitanti da parte del creditore:
- Prima del versamento dello stipendio (accredito) al dipendente: in questo caso l’atto del pignoramento deve essere notificato sia al debitore sia al datore di lavoro che procederà direttamente alla trattenuta e accrediterà al dipendente, alla fine del mese, la retribuzione al netto dell’importo pignorato dal creditore.
- Dopo l’accredito dello stipendio sul conto corrente: in questo caso il pignoramento dello stipendio va notificato direttamente al debitore e all’istituto di credito (banca o posta).
Per procedere in tal senso deve esserci un atto di pignoramento cioè un atto che il legale del creditore consegna all’ufficiale giudiziario del tribunale competente che provvede alla notifica al debitore e al datore di lavoro o all’istituto di credito in base al momento in cui il creditore ha scelto di procedere con il pignoramento. Nello specifico, quando il datore di lavoro riceve l’atto di pignoramento dello stipendio procede ad effettuare la trattenuta nei limiti previsti, dichiara al creditore l’ammontare della busta paga entro 10 giorni tramite PEC o raccomanda specificando le somme e quando deve essere eseguito il pagamento. Similmente si procede qualora il pignoramento avvenga in seguito all’accredito dello stipendio sul conto corrente e in questo caso è l’istituto di credito ad essere avvisato in merito.
Lo stipendio, secondo la regola generale, non può essere pignorato integralmente. Per essere utile a soddisfare il creditore può essere pignorato fino a un massimo del quinto dello stipendio, ma vi sono numerose eccezioni che rendono la regola decisamente più flessibile. In caso di pignoramento prima del pagamento dello stipendio la regola generale prevede che non si possa pignorare più del 20% dello stipendio. L’importo deve poi essere calcolato considerando la retribuzione netta in busta paga. Nel caso in cui vi fossero più atti di pignoramento da parte di diversi creditori vale regola dell’accordo per cui i creditori successivi devono attendere che il primo sia soddisfatto. Questo è un caso di eccezione alla pignorabilità di 1/5 dello stipendio e si procede sempre al saldo del credito in maniera progressiva.
Sanzione per inosservanza dei limiti: se i limiti fissati vengono superati il pignoramento risulta parzialmente inefficace e ciò può essere rilevato d’ufficio dal giudice.
Per il pignoramento presso un istituto di credito bisogna fare un ulteriore distinzione:
- Se lo stipendio è stato accreditato prima del pignoramento è pignorabile solo l’importo che eccede il triplo dell’assegno sociale,
- Se lo stipendio è accreditato dopo il pignoramento è pignorabile l’intero stipendio nella misura autorizzata dal tribunale per i crediti alimentari, o di un quinto per un altro credito o fino alla metà dello stipendio per il concorso di più cause creditorie.
Esiste anche il pignoramento per crediti alimentari o meglio il pignoramento dello stipendio per alimenti. In questo caso per “alimenti” non si intendono gli importi da corrispondere all’ex coniuge ma gli importi dovuti ai familiari per la loro sopravvivenza quando questi si trovano nell’impossibilità di mantenersi per motivi di salute. Qualora ci si trovi nel caso in cui sussistono sia pignoramenti per alimenti sia per altri crediti in questo caso il pignoramento complessivo non può riguardare più della metà dell’importo dello stipendio.
Il pignoramento dello stipendio dopo la Legge di bilancio del 2020
La Legge di Bilancio per il 2020 ha determinato un’accelerazione per ultimare la procedura in modo da snellire le procedure di riscossione dei debiti. I creditori, infatti, hanno la possibilità di avviare il pignoramento degli stipendi anche in seguito alla mancata risposta all’intimazione di pagamento o all’avviso di accertamento.
Pignoramento dello stipendio nel 2021
In seguito alla crisi determinata dalla pandemia da Covid-19 è stato stabilito la sospensione di tutti i pignoramenti su stipendi e pensioni fino allo scorso 30 aprile 2021.